Il sogno ceco
“Non siamo attivisti, siamo registi”, hanno dichiarato Vit Klusak e Filip Remunda presentando il loro lavoro al festival Influencers, da poco concluso al CCCB di Barcellona. In effetti, se Cesky Sen come operazione di media activism ha qualche pecca, come film è un piccolo capolavoro, come dimostra l’accoglienza che gli sta riservando il pubblico internazionale.
Per girare il film, i due studenti della locale scuola di cinema hanno montato una spettacolare operazione di marketing, che sponsorizzava – con spot televisivi, manifesti appiccicati ovunque, un volantino con prezzi estremamente appetibili e una deliziosa canzoncina – la prossima apertura di un ipermercato che in realtà non esisteva. Il loro obiettivo era quello di testare la forza del marketing in un paese in cui quest’ultimo aveva soppiantato da poco la propaganda di regime. Il giorno dell’inaugurazione le centinaia di clienti accorsi si sono trovati di fronte a una semplice facciata, reagendo ora con rassegnazione, ora con violenza, ma anche con amara ironia e straordinario acume al dissolversi di un sogno. Propagandata come “documentary hyper-comedy”, e come il primo reality ceco, l’operazione ha avuto una straordinaria visibilità mediatica, diventando anche, in una fase di riflessione sull’ingresso della nazione ceca nell’UE, un autentico caso politico.
(domenico quaranta)