New Philosophy for New Media
Mark Hansen definisce l’immagine nell’arte digitale in termini che vanno oltre il visivo, prendendo ad esempio il lavoro di alcuni artisti: Jeffrey Shaw, Douglas Gordon, Bill Viola. L’immagine digitale, per l’autore, comprende l’intero processo con cui l’informazione è fatta percebile. Colloca il corpo in una posizione privilegiata: un agente che filtra le informazioni per creare le immagini, indirizzandosi verso una nozione di “tecnologia della trascendenza”.
L’idea alla base del pensiero di Hansen è l’indispensabilità dell’umano nell’era digitale.
Le argomentazioni dell’autore traggono origine dal pensiero bergsoniano: l’affezione e la memoria rendono la percezione impura e che l’uomo seleziona solo le immagini rilvanti alle sue forme singolari di incorporamento. Hansen aggiorna le teorie di Bergson applicandole all’era digitale. Afferma che l’uomo filtra le informazioni ricevute per creare immagini piuttosto che ricevere immagini come pre-esistenti forme tecniche. In questo modo lega l’immagine alle attività del corpo, scontrandosi con tutta una linea critica che ha basato sulla dimensione impalpabile delle informazioni il suo pensiero.
(damiana luzzi)
Mark B. N. Hansen, New Philosophy for New Media, Cambridge Mass., MIT Press, 2004. ƒ