Piazza Nike, Vienna
A metà settembre, un curioso infobox è comparso al centro di Karlsplatz a Vienna. All’esterno, la scritta: “Questa piazza verrà presto rinominata Nikeplatz. Entra per saperne di più”. L’operazione è pubblicizzata da un sito e da una consistente attività di volantinaggio. Il progetto prevede, al centro della piazza, un gigantesco monumento monumento che ripropone il famoso ‘baffo’ della Nike. I cittadini si incazzano, la Nike (che non c’entra nulla) si incazza. Si incazza persino molta gente che conosce il significato dell’evento, una performance della premiata ditta di artivisti 0100101110101101.ORG, colpevole di fare pubblicità indiretta alla corporation. Insomma, il progetto funziona. Funziona nel suo toccare tutta una serie di nervi scoperti, dalla proprietà del marchio all’utilizzo eretico del potere dei media, alla risignificazione simbolica dei luoghi alla distinzione, sempre più labile, tra pubblico e privato, sociale e commerciale. Se i viennesi si incazzano, invece di dire ‘non è possibile’, è perché la commercializzazione degli spazi pubblici è già un fatto consolidato, e l’intestazione di una piazza a un brand, quando questo in molti casi già ne determina l’estetica, è solo questione di tempo.
Prodotto con il sostegno del Public Netbase di Vienna, Nike Ground, come tutte le operazioni del duo, è un evento performativo di cui infobox e sito costituiscono solo il punto di partenza, e di cui le reazioni dei media e del pubblico sono parte fondamentale. Mailing list come AHA hanno già avviato interessanti discussioni, per gli articoli di giornale siamo in attesa.
(domenico quaranta)