Database di arte virtuale
L’arte digitale, specie quella di carattere performativo e installativo, è sempre difficile da documentare, studiare, conservare. Perché le tecnologie cambiano e spesso i costi sono alti. E perché, per sua natura, resiste alla frammentazione e alla riproduzione fotografica. Ma la new media art è una realtà da quasi cinquant’anni e impone agli studiosi il dovere della studio e della conservazione. Se non di tutte le opere, almeno di una loro accurata documentazione. E’ questo lÌobiettivo del primo Database di arte virtuale, realizzato dall’Università di Berlino, sotto la guida del Prof. Oliver Grau. Il progetto, naturalmente in progress, vede la partecipazione di una vasta comunità di artisti e ricercatori. Preziosissimo il materiale contenuto, fatto di testi (per ora solo in tedesco), immagini e oltre 100 video.
