Screenfull.net
Per una volta i contenuti non scarseggiano. Anzi, sono decisamente troppi. Così tanti che il browser non li contiene e crolla. Sconfitto da troppe immagini, troppi video, troppi link. Due net artisti esplorano l’estetica del collasso. E sfidano il vostro computer…
Lo schermo è ipertrofico, sovraffollato, traboccante. Zeppo di scritte, immagini, video e link colorati. La finestra del browser è talmente bersagliata di codice che crasha inesorabilmente. Sconfitta. Abbattuta sotto i colpi di centinaia di istruzioni confuse e sovrapposte. Dell’inevitabile disfatta del programma di navigazione ci avverte prima di tutto un suono, incantato e ripetitivo come uno scratch old school. Seguito da un blocco totale e senza appello.
D’altra parte, il crollo era non solo previsto, ma minuziosamente predisposto, promesso (o forse dovremmo dire minacciato) da Jimpunk e Abe Linkoln, autori del progetto Screenfull. Net artista francese tra i più longevi e fantasiosi, da sempre interessato all’indagine sulle dinamiche e sulle estetiche dell’errore tecnologico, Jimpunk annuncia da subito la propria mission in cima all’home page: “We crash your browser with content”, facciamo collassare il vostro browser per eccesso di contenuti. E alle sue finestre moltiplicate e lampeggianti, agli scroll infiniti, ai link impazziti e agli script schizofrenici si aggiunge per l’occasione l’ironia tutta postmoderna di Abe Linkoln, misterioso artista che marchia le sue operazioni con un logo inconfondibile: un ritratto di Abramo Lincoln in perfetto look punk, con tanto di cresta. Ecco allora mescolarsi sullo schermo sacro e profano, cultura e trash, arte e pettegolezzo: Marcel Duchamp e Paris Hilton, cinema d’autore e telefilm di serie B, Piet Mondrian e Microsoft Windows. Quello che sembra a prima vista solo un frullato casuale di materiale multimediale, si rivela però, ad un’analisi più attenta, una selezione molto personale e paradossalmente accurata, un collage esteticamente caotico, ma non privo di logica.
Una composizione fa pensare più ad un montaggio ragionato che ad un cut-up casuale, fatto di riferimenti che nemmeno il rumoroso affollamento riesce ad offuscare del tutto.
La tanto celebrata capacità degli elaboratori di gestire contemporaneamente testi, immagini e suoni viene qui portata all’esasperazione e al paradosso. Ed è l’eccesso di contenuti -quei contenuti additati da molti come la vera risorsa dello sviluppo economico occidentale- che conduce il software ad una morte inevitabile. Sarebbe fin troppo semplice leggere questo crollo come una metafora dell’ipertrofia informativa della società contemporanea. Meno evidente, forse, ma non per questo meno stimolante, il possibile parallelo con il funzionamento della psiche umana, anch’essa soggetta a crash da sovraccarico.
L’invasione “barbarica” incontenibile di Screenfull ha invaso in questi giorni anche le pagine del blog di Eyebeam, nota istituzione newyorchese che studia, sostiene ed espone la new media art. Sul diario digitale del museo (Re:blog) , che ogni mese ospita un blogger differente, è infatti in azione il virus ultra-contenutistico di Jimpunk e Abe Linkoln che rende il sito poco leggibile, ma molto vitale. Per chi avesse crashato il browser, ma non fosse ancora soddisfatto, è a disposizione anche l’e-book del progetto, scaricabile in formato pdf. Il documento è lungo una sessantina di pagine, ma sarà difficile riuscire a sfogliarlo tutto in una volta prima che si blocchi o si chiuda da sè. In bocca al lupo Acrobat Reader.
Valentina Tanni / 2005